Biografia di Werner von der Schulenburg

Gebhard Werner von der Schulenburg

Pinneberg 09.12.1881 – Magliasina 29.03.1958

Scrittore, Pubblicista, Autore Teatrale e membro della Resistenza

Discende da antica nobiltà tedesca di cui due castelli vengono documentati nel 1237. Vi appartengono feudatari, proprietari terrieri, funzionari statali, diplomatici ed ufficiali.

Nonostante le attitudini artistiche, Werner fu arruolato a 10 anni nel corpo dei cadetti di Plön, una scuola ufficiali reale, come voleva la tradizione di famiglia. Tra i suoi camerati ci furono i due principi reali oltre a Schleicher, Blaskowitz e Busch. Nel conclusivo corso ufficiali a Lichterfelde vicino a Berlino, contava tra i suoi camerati anche Franz von Papen.

A causa di una lesione alla spina dorsale fu costretto a lasciare l’esercito nel 1902 con il grado di luogotenente.

Si dedicò allo studio, in particolare alla giurisprudenza presso le Università di Strasburgo, Monaco, Leipzig e Marburg. Si laureò ad Erlangen.

Si occupò di argomenti che andavano ben oltre i limiti della facoltà universitaria, in particolare lo interessarono gli obiettivi della vita, questioni esistenziali, le grandi questioni politiche di quei tempi specialmente quelle sul pacifismo cosi’ come ad esempio le professava Bertha von Suttner chiamata la “Behrta pacifista”. Werner la conobbe a Leipzig nel 1906 e intrattenne con lei una vivace corrispondenza per tanti anni.

Dopo gli esami di stato sposò Viktoria Lutteroth a Rapallo nel 1909. Nel 1911 conseguì il dottorato in giurisprudenza.

Dopo essersi fatto un nome nell’ambito letterario con i romanzi “Chronik der Stadt Söderborg” e “Stechinelli”, una commedia teatrale e due raccolte di poesie, lasciò l’impiego di referendario ad Amburgo e attratto dall’arte figurativa studiò storia dell’arte, prima ad Amburgo, poi a Berlino, da Lichtwark a Max Liebermann. Occupò il suo tempo disegnando, dipingendo con acquarelli e facendo lavori di restauro nelle officine del Museo Kaiser-Friedrich. Tra i suoi maestri contò anche Loeschke, Frey e Goldschmidt.

Intraprese grandi viaggi culturali nell’Europa dell’Est, nella Russia Imperiale, Italia e Parigi. Ovunque trovò segni di una guerra imminente ed incluse annotazioni su questa situazione nei suoi rapporti di viaggio e di opinione destinati al consigliere d’ambasciata von Bergen il quale, nella seconda guerra mondiale, sarà ambasciatore tedesco presso il Vaticano.

Werner concluse lo studio in storia dell’arte a Friburgo in Svizzera con il Professor Leitschuh e la tesi “I trionfi di Petrarca nell’arte figurativa”. Nel 1915 comparve “Un nuovo ritratto di Petrarca”, studi sul suo lavoro di abilitazione.

Allo scoppio della prima guerra mondiale si trovava ad Arles, nella Francia del sud e rientrò in Germania attraverso l’Italia. Si arruolò volontario nel battaglione di complemento Frankfurt Oder.

Restò ferito in un incidente d’auto, nella seconda battaglia dei Masuri in cui cadde suo fratello.

Dopo un lungo periodo necessario alla guarigione Werner, nel 1916 fu trasferito a Berlino presso il Comando Generale e fu assegnato alla divisione dell’ufficio stampa di guerra.

Nel 1917-19 fu trasferito a Berna all’Ambasciata Imperiale Tedesca, al servizio dell’attaché militare in qualità di responsabile stampa. Fu l’occasione per acquisire esperienza in materie di neutralità e partecipò con frequenza a conferenze nei quartieri generali di Ludendorff e Hindenburg.

Nel 1917, nell’esecuzione di un incarico dell’ambasciata, si trovò a colloquio con Lenin per trattare le modalità del ritorno in Russia di quest’ultimo dentro un vagone piombato. Werner fu anche chiamato ad essere presente a Zurigo alla partenza di Lenin. Nel 1919 si trasferì in Svizzera, stabilì la residenza ad Ascona e nel 1921 si sposò una seconda volta. La nuova moglie fu Lisa Schauman una tedesco-brasiliana e con lei visse un periodo di intensa felicità, viaggiando parecchio ed accrescendo la propria cultura. Acquistò “il roccolo”, una torretta con rustico su una collina e lo trasformò in un luogo dove ricevere ospiti illustri da tutto il mondo. Viaggiò parecchio in Italia: Milano, Roma, Firenze, Verona e Venezia. Stese in questo periodo le prime bozze per il libro “der Koenig von Korfu”, per altri romanzi ed opere teatrali che completerà più tardi. Scrisse saggi su Jacob Burckhardt, Dante, Nietzsche ed altro. Al fine di evadere alla crescente confusione, si ritirò nella valle Onsernone nella sua tenuta “La Monda” ad Auressio. Anche qui ricevette molti ospiti tra cui Max Scheler, Leopold von Wiese, Oskar Walzel, i pittori Deckwart e Niemeyer-Holstein. Restò in costante contatto con la Germania, viaggiò spesso per conferenze, si occupò intensamente dello scambio culturale italo-tedesco ed fu sempre in stretto contatto con Weimar, in particolare con Schultze Naumburg ed Elisabeth Foerster- Nietzsche.

La sera prima della marcia su Roma incontrò brevemente Margherita G. Sarfatti dopo di che fu spesso ospite nel suo salotto a Milano, allora frequentato da artisti ed intellettuali. Intrattenne con lei una intensa corrispondenza a partire dal 1926 a testimonianza di un’amicizia sentita.

Dal 1927 al 1930 fu responsabile della rivista “Italien”, un periodico che si proponeva di avvicinare la cultura italiana a quella tedesca. Conobbe i personaggi intellettuali più importanti di quel periodo ed anche tanti artisti tra cui Ugo Orietti, Gabriele D’Annunzio, Farinelli, Ada Negri, Emma Gramatica e si attivò intensamente per lo scambio culturale italo-tedesco.

Collaborò alla rivista “Gerarchia”. Scrisse in modo puramente obiettivo ed a partire da novembre 1930 si espresse apertamente contro Hitler ed il suo regime.

Nel 1933 due mesi dopo la presa del potere e poco prima del boicottaggio del 01.04.1933 in danno agli ebrei perpetrato dai nazisti, Edgar Jung lo introdusse nella cerchia di Franz von Papen.

Nel luglio del 1933 Schulenburg partecipò al Concordato tra il Vaticano ed il terzo Reich in qualità di capo dell’ufficio stampa di Franz von Papen; osservò il realizzarsi del patto delle quattro nazioni e svolse attività per la cerchia di von Papen a San Moritz in Svizzera e a Parigi. Dopo la sua ultima missione per von Papen a Roma, Schulenburg rientrò in Germania per far rapporto ma fu intercettato da un amico che gli comunicò che contro di lui era stato emesso un mandato di cattura e che gli consigliò di mettersi al più presto al sicuro in Svizzera, a quel tempo ancora la sua residenza principale.

Durante il tentativo di colpo di stato di Röhm nel 1934, Edgar Jung e Herbert von Bose, i due più stretti collaboratori di Franz von Papen furono uccisi per mano nazista. Schulenburg non si azzardò mettere piede in Germania fino a quando non si furono calmate le acque. Nel 1934 previo divorzio da Lisa Schauman, si sposò con Marianne Wentzel e trasferì la residenza nella tenuta La Monda sopra Auressio in Val Onsernone/Ticino.

Nel 1936 con le commedie “Swarzbrot und Kipfel” ( pane nero e kipfel) e “Diana im Bade“ (Diana nel bagno) arrivò un grande successo che rese il nome di Schulenburg noto ovunque e con questo lui si credette intoccabile. Si adoperò direttamente e personalmente presso il ministero della propaganda in favore del suo medico e di altri suoi amici ebrei. A Schulenburg fu interdetto il suo programmato viaggio in Sudafrica, i suoi pezzi teatrali furono dichiarati “indesiderabili” e nessun impresario ebbe più il coraggio di inscenarli. Forzatamente Schulenburg si distolse dal teatro e tornò a scrivere romanzi. Rafforzò la sua opposizione al regime e non cedette.

Da un giorno all’altro vennero a mancare le entrate più significative, legate al teatro e Schulenburg si trasferì a Irschenhausen vicino a Monaco ma il suo nome non venne scordato. Walther Wuester, un uomo del ministero degli esteri che apprezzava il Schulenburg drammaturgo e romanziere nell’estate del 1939 gli offrì di lavorare a Roma per gli affari culturali dell’ambasciata tedesca, anche senza essere iscritto al partito e senza pressioni politiche. Nell’autunno del 1939 tornò così a Roma, all’istituto Kaiser-Wilhem dove acquisì un’esperienza nel campo della scienza teatrale. Presto si aprirono inevitabili conflitti con l’ambasciata tedesca in quanto Schulenburg si rifiutava categoricamente di collaborare nell’interesse del nazionalsocialismo ed accettava solamente incarichi che si conciliavano con la sua coscienza. Coltivò le sue conoscenze italiane e si allontanò gradualmente dall’ambiente culturale tedesco. Aprì un ufficio di traduzioni a Roma che si occupava tra le altre cose della traduzione e rielaborazione di opere di autori italiani. Con Mussolini concordò la traduzione della di lui opera “Villafranca” che fu inscenata col titolo “Cavour” al teatro statale tedesco di Berlino il 09.05.1940 e di Pavolini tradusse “Die Lichter des Dorfes”.

In costante contatto con il passato ambasciatore a Roma, Ulrich von Hassel, Schulenburg praticò una resistenza senza compromessi contro il regime nazista diffondendo quest’idea tra italiani e tedeschi. Il giorno di Pentecoste del 1942 quattro cugini Schulenburg si incontrano e fondano la cellula familiare del movimento di resistenza. Su richiesta dell’ambasciatore Conte Friedrich Werner von der Schulenburg tenne colloqui con il Papa, Mussolini, Stallforth, l’inviato speciale americano Myron Tylor ed altri con l’obiettivo primario di raggiungere presto la conclusione della guerra. Anche la sua corrispondenza con François Poncet ebbe questa finalità. La Gestapo ne ebbe notizia e ne conseguirono interrogatori e perquisizioni.

Nell’agosto del 1943 la Gestapo tedesca pretese che Schulenburg fosse presente alla liberazione di Mussolini. Schulenburg si rifiutò con un chiaro no ed fu costretto a lasciare precipitosamente il paese. Passando per la Germania tornò in Svizzera ma la scadenza del visto turistico lo obbligò a lasciare il paese neutrale. A Roma era rimasta sua moglie, lavoravano ancora i suoi dipendenti dell’ufficio di traduzioni, erano rimasti i suoi lavori, manoscritti, traduzioni, annotazioni di carattere politico, oggetti d’arte e quant’altro. Tornò dunque a Roma ma poco dopo fu di nuovo perseguitato dalla Gestapo la quale riuscì a bandirlo il 23 novembre 1943.

Con un minimo di bagaglio a mano si recò a Venezia dove aveva buoni amici. Trovò ricovero in un Hotel in cui alloggiavano ufficiali dell’aviazione tedesca – anche il loro generale Kesselring era un oppositore a Hitler – e riprese le sue ricerche per il romanzo storico “Der Koenig von Korfu” consultando antichi documenti negli archivi della città lagunare. Poté restare per sei mesi poi fu di nuovo denunciato. Il console lo avvertì per tempo e Werner fuggì attraverso la frontiera verde tra le montagne Bavaresi. Nel luglio 1944, dopo l’attentato a Hitler (attentato Walkiria) Schulenburg fu ricercato anche per radio. Gli riescì di nascondersi in baite di montagna ed anche qui lo aiutarono gli amici. Riuscì a sopravvivere, nonostante le gravi affezioni cardiache.

Divorziò per la terza volta. La sua proprietà a Roma fu saccheggiata e tutti i suoi beni furono persi. Vagò per la Germania senza fissa dimora quasi privo di mezzi e lavorando senza sosta. Nella Germania distrutta dalle bombe la letteratura non era merce molto richiesta e veniva comunque pagata pochissimo. Malnutrito e quasi allo stremo delle sue forze, Schulenburg si rivolse ai suoi amici svizzeri i quali furono in grado di fargli rilasciare un permesso di soggiorno per un anno per cure mediche e lo aiutarono a ristabilirsi. Al suo rientro in Germania si fermò sulle rive del Bodensee dove, nella villa Elena a Bad Schachen, terminò il “König von Korfu” che pubblicato per la prima volta nel 1950 da Westermann Editore diventò subito un best-seller.

A gennaio 1951 incontrò di nuovo Isa Carsen-Iser, una giovane letterata che aveva avuto occasione di frequentare anni prima e la sposò in aprile dello stesso anno. La coppia lavorò intensamente per preparare la moglie di ben 40 anni più giovane alla gestione dell’archivio sia letterario sia politico di Schulenburg. L’unione produsse anche tre figli.

Nel 1954 si trasferirono a Magliasina nelle vicinanze di Lugano. Nonostante il clima favorevole e le migliori cure, la salute di Schulenburg peggiorò e morì nel 1958 a causa del quinto infarto.


Documenti importanti sull’attività culturale di Schulenburg durante la guerra e sui suoi sforzi per la resistenza sono andati persi o distrutti durante i saccheggi seguenti l’ingresso degli alleati in Roma nel mese di giugno del 1944. Il processo per la riparazione nel dopoguerra ha raccolto testimonianze importanti.

Alcuni documenti significativi della prima guerra mondiale provenienti dall’ufficio stampa di guerra, dal comando generale e dall’ambasciata generale della Germania Imperiale a Berna, sono rimasti grazie al loro deposito, fatto da Schulenburg, in un archivio privato presso l’archivio statale di Basilea. Ci sono anche alcuni documenti relativi alla cerchia von Papen del 1933 e alla vita di Schulenburg in Ticino fino al 1935.


Il tribunale della riparazione nel dopoguerra – Landgerich Muenchen I, 4. Entschaedigungskammer AZ.EK 10189/53, con sentenza del dicembre 1955, ha dichiarato Werner von der Schulenburg essere un perseguitato del regime nazista, ha riconosciuto la sua grave affezione cardiaca essere una conseguenza di tale persecuzione, gli ha riconosciuto un risarcimento danni, il rimborso medico per ogni tipo di cura ed un vitalizio.